Mappe delle Aree Nettarifere del FVG

DAL 2015, sul portale My Maps di Google, sono state caricate le mappe delle aree nettarifere del Friuli Venezia Giulia (per acacia, tiglio e castagno) suddivise per provincia. Queste possono essere visualizzate dagli apicoltori e dai Consorzi Apistici, anche con l'intento di agevolare la gestione del nomadismo e favorire le produzioni di miele in termini quantitativi e qualitativi.
Gli apicoltori che intendono consultare on-line le mappe, possono inviare una richiesta di accesso al LAR, fornendo semplicemente il proprio indirizzo email di Google (es. nome.cognome@gmail.com).

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1. Premessa

La produzione di miele presuppone una conoscenza approfondita del territorio in cui le api e l’apicoltore operano. In particolare, la qualità e soprattutto la quantità del miele prodotto dipendono strettamente dal tipo e dall’abbondanza di fiori su cui le api raccolgono il nettare in una certa area. Tali conoscenze sono spesso acquisite (e tramandate) dagli apicoltori per esperienza diretta; tuttavia, simili informazioni sono puntuali e non offrono un’idea generale della diffusione e dell’abbondanza di una data specie vegetale di interesse apistico in un’area vasta.

Tramite il lavoro descritto di seguito, sono state elaborate delle mappe del potenziale nettarifero delle specie più rappresentative della Regione; esse sono destinate ai Consorzi Apicoltori, per garantire una gestione più razionale della pratica del nomadismo e di altre attività apistiche, e agli apicoltori stessi per migliorare la propria conoscenza del territorio e, di conseguenza, la produzione di miele.

 

2. Introduzione

Lo scopo principale del presente lavoro era la produzione di mappe del potenziale nettarifero del Friuli Venezia Giulia per le principali specie vegetali di interesse apistico, oltre alla creazione di una mappa generale del potenziale nettarifero della Regione, che sintetizza le precedenti.

Un lavoro simile a questo è già stato condotto, con modalità diverse, in altre regioni d’Italia, quali Lazio, Trentino, Calabria, Sicilia e Veneto (Piazza, 2007; Miori e Matteotti, 2007; Buonanno, 2003), mentre, in Friuli Venezia Giulia, è già stata realizzata la mappatura delle aree nettarifere delle sole Valli del Natisone (Bernardinelli e Della Vedova, 2004).

Le tipologie di miele considerate sono quelle che, sulla base del questionario prodotto dal Laboratorio Apistico Regionale nel 2012 (Greatti et al., 2012), risultano maggiormente prodotte dagli apicoltori friulani, ovvero: acacia, castagno e tiglio; conseguentemente, le specie vegetali considerate sono state Robinia pseudoacacia,Castanea sativa, Tilia cordata e Tilia platyphyllos.

 

3. Metodo di lavoro

L’approccio al lavoro, di tipo territoriale, si è basato sull’utilizzo di tecnologie GIS, in particolare di ArcGIS, uno strumento che permette di gestire in maniera informatizzata i dati cartografici e le informazioni collegabili alla cartografia su aree geografiche estese. ArcGIS consente di creare mappe tematiche e combinarle tra di loro per creare nuove informazioni, come è stato fatto in questo studio.

Per elaborare le carte della potenzialità nettarifera era necessaria, come dato di partenza, una cartografia che illustrasse la distribuzione spaziale delle specie mellifere nell’area di studio. A tal fine, la collocazione spaziale delle tipologie floristiche considerate è stata derivata a partire da  “Carta Natura”, una carta degli habitat della regione Friuli Venezia Giulia a scala 1:50.000, che individua gli habitat presenti in Regione secondo la legenda di Corine Biotopes (AA. VV., 2009).

A integrazione dei dati di “Carta Natura”, per l’individuazione delle aree delle specie floristiche indagate, sono state utilizzate anche la “Carta dei Boschi Planiziali”[1] e la “Carta dell’Uso del Suolo a fini Faunistici”[2].

Non essendo disponibile una mappatura regionale delle siepi di acacia, si è ricorsi a un metodo per stimare la percentuale delle stesse a partire dalla “Carta dell’Uso del Suolo a fini Faunistici” come descritto in seguito. Inoltre, per l’area di pianura, sono stati effettuati dei sopralluoghi che hanno contribuito a migliorare la classificazione disponibile.

La realizzazione delle carte del potenziale nettarifero del Friuli Venezia Giulia è stata quindi effettuata a partire dalle seguenti informazioni:

a) distribuzione spaziale delle specie floristiche significative per tale scopo;

b) stima del nettare prodotto da ogni specie mediante l’utilizzo di dati bibliografici.

Poiché le varie specie vegetali sussistono, di regola, in associazione con altre, per individuare la presenza in percentuale della specie considerata all’interno di un habitat, si è fatto ricorso a tabelle fitosociologiche (Del Favero et al., 1998), che riportano un dato di copertura della specie nell’habitat, espresso nel sistema di Braun-Blanquet, modificato da Pignatti secondo la seguente scala (Tabella 1).

Scala

% di copertura

R

Raro

+

< 1% di copertura

1

1-20%

2

21-40%

3

41-60%

4

61-80%

5

81-100%

Tabella 1: scala di classificazione del sistema Braun-Blanquet, modificato da Pignatti.

 

La percentuale di copertura utilizzata in questo studio è la media fra i limiti estremi della classe (es. se le tabelle fitosociologiche riportavano 3 come dato di copertura, la percentuale considerata era del 50%).

Il potenziale mellifero delle diverse specie ha consentito, a partire da coefficienti tabulati, di stimare la disponibilità di nettare. Quest’ultima è stata calcolata considerando la quantità media di nettare secreto da un fiore in 24 ore, la sua concentrazione zuccherina, la durata di vita del fiore e il numero medio di fiori per unità di superficie o per pianta (Ricciardelli D’Albore e Intoppa, 2000). I risultati sono stati espressi in termini di kg zucchero/ha o mg zucchero/fiore, che rappresentano stime teoriche delle potenzialità della pianta nelle condizioni più favorevoli.

Dopo aver individuato la presenza percentuale di ciascuna specie floristica considerata e i rispettivi coefficienti nettariferi, è stato possibile calcolare i kg di miele producibili per ettaro. In particolare, conoscendo la presenza percentuale della specie floristica su un ettaro di suolo e la quantità di nettare prodotto da questa (espressa in kg/ha), e considerando che gli zuccheri entrano a far parte della composizione media del miele in ragione dell’80% (Ricciardelli D’Albore e Intoppa, 2000) (ovvero 0,8 kg zuccheri = 1 kg miele) è stata applicata la seguente formula (Eq. 1):

                      Eq. 1           kg miele/ha = kg zucchero/ha * 100 / 80

Questo valore non tiene conto dei possibili eventi negativi che possono abbassare la produzione di miele a ettaro (es. condizioni climatiche sfavorevoli) e non può quindi fornire previsioni dirette sulla quantità di miele che l’apicoltore può realmente ottenere, sulla quale possono incidere fattori quali il consumo di miele da parte della colonia stessa per la propria alimentazione, lo sfruttamento più o meno oculato della coltura e quant’altro (Ricciardelli D’albore e Intoppa, 2000). Il risultato di queste elaborazioni è stato una mappa delle aree nettarifere specifica per ciascuna specie floristica considerata e una mappa generale della produzione nettarifera potenziale del Friuli Venezia Giulia, descritta secondo il sistema di classificazione di potenzialità mellifera riportato nella Tabella 2 (Sabatini et al., 2007).

Classe

Potenziale mellifero

Esempio di coltura

I

< 25 kg/ha

pero, mandorlo

II

26-50 kg/ha

girasole, ciliegio, melo, sambuco

III

51-100 kg/ha

lampone, fiordaliso, trifoglio bianco, veccia, epilobio, grano saraceno, acero campestre malva

IV

101-200 kg/ha

tarassaco, lavanda, salice

V

201-500 kg/ha

castagno, trifoglio violetto, colza, edera

VI

> 500 kg/ha

borragine, tiglio, timo, robinia

Tabella 2: classi di potenzialità mellifera per alcune specie vegetali.

 

4. Risultati

4.1. Carta della potenzialità nettarifera per la produzione del miele di castagno

Al fine di realizzare la carta della potenzialità nettarifera per la produzione del miele di castagno, sono stati innanzitutto individuati in “Carta Natura” gli habitat che presentavano al loro interno individui di Castanea sativa, che sono riportati nella tabella 3.

Tabella 3: habitat di “Carta Natura” che includono la specie C. sativa.

 

La mappatura di “Carta Natura” è stata integrata con la “Carta dei Boschi Planiziali”, che costituisce un layer specifico per la parte planiziale della regione; anche in questo caso sono state individuate le tipologie boschive riportate in tabella 4 che includono la specie C. sativa.

Denominazione classe

Sintassonomia

Presenza C. sativa*

%

Castagneto dei suoli mesici

Ornithogalo pyrenaici-Carpinetum betuli Marinček, Poldini et Zupančič ex Marinček 1994 0 min/44maiu

2

30

Castagneto dei suoli xerici

Esalpica  100

2

30

Castagneto con frassino

Hacquetio epipactido fraxinetum excelisoris 22/112/139/

2

30

Tabella 4: classi della “Carta dei Boschi Planiziali” che presentano C. Sativa.

 

Unendo i layer ottenuti selezionando, mediante ArcGIS, le aree con castagno all’interno delle due carte sopra citate si è ottenuta una mappa della distribuzione della specie in esame in Friuli Venezia Giulia.

A ciascun habitat e a ciascuna tipologia boschiva, sono state quindi assegnate le corrispondenti percentuali di presenza di castagno, individuate grazie alle rispettive tabelle fitosociologiche (Del Favero et al., 1998).

Da Ricciardelli D’Albore e Intoppa (2000) è stato ricavato il coefficiente di produzione di zucchero da parte di un ettaro di bosco di castagno (250 kg/ha), con il quale è stata infine calcolata la produzione di miele secondo l’equazione riportata in precedenza (Eq. 1).

 

4.2. Carta della potenzialità nettarifera per la produzione del miele di tiglio

Per creare la carta della potenzialità nettarifera per la produzione del miele di tiglio, dapprima sono stati individuati in “Carta Natura” gli habitat che comprendono Tilia cordata e Tilia platyphollius, riportati di seguito nella tabella 5.

Codice Corine Biotopes

Denominazione classe

Sintassonomia

Presenza Tilia spp.*

%

41.11

Faggete acidofile collinari

Castaneo sativae-Fagetum

(M. Wraber, 1955)

Marinček et Zupančič 1955

1

10

Tabella 5: habitat di “Carta Natura” che presentano Tilia spp.

 

La mappatura ottenuta con “Carta Natura” è stata integrata con la “Carta dei Boschi Planiziali”, selezionando le tipologie boschive che comprendono le specie di tiglio, riportate in tabella 6.

Denominazione classe

Sintassonomia

Presenza T. cordata o

T. platyphollius*

%

Castagneto dei suoli mesici

Ornithogalo pyrenaici-Carpinetum betuli Marinèek, Poldini et Zupanèiè ex Marinèek 1994

2

3

Aceri frassineto tipico var con tiglio

Hacquetio epipactido-Fraxinetum excelsioris o Carpino betuli-Fraxinetum excelsioris Poldini 1982 non Duvigneaud

1

10

Aceri tiglieto

Ornithogalo pyrenaici-Carpinetum betuli Marinèek, Poldini et Zupanèiè ex Marinèek 1994

3

50

Tabella 6: classi della “Carta dei Boschi Planiziali” che comprendono Tilia spp.

 

Unendo i layer ottenuti selezionando, mediante ArcGIS, le aree con tiglio all’interno delle due carte sopra citate si è ottenuta una mappa della distribuzione della specie in esame in Friuli Venezia Giulia.

Sono poi state assegnate a ciascun habitat e a ciascuna tipologia boschiva le corrispondenti percentuali di presenza di tiglio, individuate grazie alle rispettive tabelle fitosociologiche (Del Favero et al., 1998).

Da Ricciardelli D’Albore e Intoppa (2000) è stato quindi ricavato il coefficiente di produzione di zucchero da parte di un ettaro di piante di tiglio (1000 kg/ha), con il quale, infine, è stata calcolata la produzione di miele secondo l’equazione riportata in precedenza (Eq. 1).

 

4.3. Carta della potenzialità nettarifera per la produzione del miele di acacia

Il metodo di ricerca della Robinia pseudoacacia nel Friuli Venezia Giulia differisce da quello utilizzato per le specie fin qui considerate, poiché questa è molto rappresentata anche nelle siepi, la cui rilevazione non è, al momento, disponibile per il territorio regionale. Pertanto, è stato inizialmente necessario effettuare una stima della percentuale di acacia all’interno delle siepi che caratterizzano il paesaggio agrario dell’alta pianura friulana.

Per la creazione della carta della potenzialità nettarifera per la produzione del miele di acacia, sono stati dapprima individuati gli habitat presenti in “Carta Natura” in cui si rilevava la presenza di individui di R. pseudoacacia, riportati in tabella 7.

Codice Corine Biotopes

Denominazione classe

Sintassonomia

Presenza

R. pseudoacacia*

%

41.2A1

Carpineti del piano collinare

Ornithogalo pyrenaici-Carpinetum betuli Marinèek, Poldini et Zupanèiè ex Marinèek 1994

2

30

41.7313

Ostrio-querceti su suoli basici del piano collinare delle Prealpi

Buglossoido purpurocaeruleae-Ostryetum carpinifoliae Gerdol, Lausi, Piccoli et Poldini 1982

2

30

83.324

Formazioni a Robinia

Galio-Urticetea Passarge ex Kopecký 1969

5

90

44.21

Gallerie a ontano grigio montane

Alnetum incanae Lüdi 1921

1

10

Tabella 7: habitat di “Carta Natura” che presentano Robinia pseudoacacia.

 

La selezione delle aree ad acacia ottenute a partire da “Carta Natura” è stata integrata con quella ottenuta a partire dalla “Carta dei Boschi Planiziali”, dove sono state individuate le tipologie boschive comprendenti Robinia, riportate in tabella 8.

Denominazione classe

Presenza

R. pseudoacacia*

%

Robinieti puri

5

90

Robinieti misti

3

50

Querco carpineto planiziale

2

30

Querco carpineto collinare

1

10

Carpineto con frassino

1

10

 

Tabella 8: classi della “Carta dei Boschi Planiziali” che comprendono Robinia pseudoacacia.

 

In Friuli Venezia Giulia R. pseudoacacia è presente non soltanto negli habitat selezionati ma anche nelle siepi campestri. Per stimare la suddetta componente, sono state selezionate sulla “Carta dell’Uso del Suolo a fini Faunistici” le aree che presentavano una rilevante presenza di spazi naturali e siepi, individuate nelle Unità di Capacità Faunistica (UCF) 03 e 04. Successivamente, mediante foto-interpretazione, è stata determinata la presenza percentuale di siepi all’interno di queste classi. Infine, a tali aree è stata assegnata una presenza di Robinia del 20%, scegliendo un valore minimo sulla base di conoscenza esperta.

Le superfici con un’alta percentuale di spazi naturali e siepi della Carta sopra menzionata, sono classificate con i codici:

  • UCF03 “Aree agricole di tipo semiestensivo su appezzamenti di medie e piccole dimensioni con colture agrarie a rotazione; presenza di scoline e fossi circondati da siepi e boschetti, con tipologia a “campo chiuso”, prati stabili, vigneti sparsi; evidente biodiversità agro-ambientale”;
  • UCF04 “Aree agricole di tipo estensivo come descritte nell’UCF03, ma con una più spiccata bio-diversità ambientale; presenza di spazi naturali come prati stabili, zone umide e acque superficiali; aree ad alto valore paesaggistico che presentano minime operazioni colturali”.

La stima della percentuale di siepi in queste aree è stata svolta su di un campione mediante foto-interpretazione di ortofoto del 2006, caricate su ArcGIS dal portale cartografico nazionale wms.pcn.minambiente.it/ogc.

Il campione esaminato riguardava la parte collinare della regione, ovvero la zona più interessata dalle siepi. Nell’area campione sono state rilevate le siepi ed è stata determinata la percentuale di copertura, che è risultata del 7% circa, nelle aree con codice UCF03, e del 17% circa, nelle aree UFC04.

 

I tre layer derivanti rispettivamente dalla selezione delle aree a Robinia di “Carta Natura”, dalla selezione delle aree a Robinia della “Carta dei Boschi Planiziali” e dalla selezione delle aree con presenza di siepi della “Carta dell’Uso del Suolo a fini Faunistici” sono stati poi uniti a creare una mappa della distribuzione della specie in esame in Friuli Venezia Giulia.

In seguito, sono state assegnate a ciascun habitat e a ciascuna tipologia boschiva le corrispondenti percentuali di presenza di acacia, individuate grazie alle rispettive tabelle fitosociologiche (tabelle 7 e 8).

Infine, da Ricciardelli D’Albore e Intoppa (2000) è stato ricavato il coefficiente di produzione di zucchero di un ettaro interessato da Robinia (500 kg/ha) ed è stata calcolata la produzione di miele secondo l’Eq. 1 riportata in precedenza.

 

4.4. Carta della potenzialità nettarifera per il Friuli Venezia Giulia

In ultima istanza, è stata effettuata una selezione in ArcGIS delle classi 34.75, 37.31 e 38.2 di “Carta Natura”, corrispondenti a prati polifiti; ad essi è stata assegnata una produzione di miele di 120 kg/ha. Tale selezione è poi stata integrata con quelle relative a castagno, tiglio e acacia, ottenendo la carta della potenzialità nettarifera complessiva del Friuli Venezia Giulia. Si noti che la potenzialità nettarifera effettiva è verosimilmente superiore per il contributo di specie vegetali nettarifere non incluse in questo studio in seguito all’assenza di dati attendibili; tuttavia, mentre il dato quantitativo risulta sicuramente condizionato da quanto sopra, quello qualitativo è probabilmente plausibile.

 

5. Considerazioni conclusive e sviluppi futuri

Questo lavoro rappresenta un metodo innovativo per l’individuazione delle aree nettarifere del Friuli Venezia Giulia.

La mappatura di tali aree può contribuire a un utilizzo più razionale delle potenzialità mellifere del territorio e al miglioramento della produzione di miele sia in termini quantitativi che qualitativi, fornendo un contributo apprezzabile alla pianificazione delle attività apistiche durante la pratica del nomadismo.

L’elaborazione di mappe delle aree nettarifere, inoltre, può costituire un valido strumento per la definizione delle future linee programmatiche per la gestione e la tutela dell’ambiente, in quanto può fornire indicazioni per piani di riassestamento vegetazionale.

Al fine di validare il metodo di lavoro proposto, sarebbe interessante testare l’attendibilità dei dati ottenuti su un’area campione del Friuli Venezia Giulia. È evidente, infatti, che le mappe create costituiscono un primo tentativo di sintetizzare dati piuttosto vari e di non facile gestione, pertanto sono probabili imprecisioni e altri possibili difetti.

Per tale ragione, un ulteriore sviluppo di questo lavoro potrebbe riguardare la possibilità di correggere e migliorare le carte da parte degli utenti finali (gli apicoltori), ovvero di coloro che meglio di altri conoscono nel dettaglio l’area in cui operano.

Una volta sottoposto alle necessarie verifiche e miglioramenti, lo strumento qui presentato, potrà costituire una solida base su cui impostare in maniera razionale attività di notevole interesse per l’apicoltura regionale.

 

6. Bibliografia

AA. VV. (2009) – Carta della Natura del Friuli Venezia Giulia scala 1:50.000.

Bernardinelli I., Della Vedova G. (2004) – Utilizzo dei GIS per la gestione dell’apicoltura: nota preliminare. APOidea, Vol. 1: 31-36.

Buonanno M., Zerella A., Aronne G. (2003) – Carta delle principali aree nettarifere (Agrumeti e Castagneti) della Penisola sorrentino-amalfitana. Istituto per i sistemi agricoli e forestali del mediterraneo (ISAFoM).

Del Favero R., Poldini L., Bortoli P.L., Dreossi G., Lasen C., Vanone G. (1998) – La vegetazione forestale e la selvicoltura nella regione Friuli-Venezia Giulia. Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Vol. 1 e Vol. 2.

Greatti M., Nazzi F., Della Vedova G., (2012) – Stato dell’apicoltura nella regione Friuli Venezia Giulia nell’anno 2011. Laboratorio Apistico Regionale, disponibile all’indirizzo web https://www.uniud.it/dipartimenti/disa/laboratorio-apistico-regionale-fvg.

Miori M., Matteotti L. (2007) – Definizione della vocazione alla produzione di nettare polline e melata dei boschi in ambito di pianificazione sovraziendale. Forest@, 4: 95-101.

Piazza M.G. (2007) – Mappatura delle aree nettarifere del Lazio. CRA - Istituto sperimentale di Zoologia Agraria, sezione Apicoltura, Roma.

Ricciardelli D’Albore G., Intoppa F. (2000) – Fiori e api, la flora visitata dalle Api e dagli altri Apoidei in Europa. Bologna, Calderini Edagricole.

Sabatini A.G., Bortolotti L., Marcazzan G.L. (2007) – Conoscere il miele. Bologna, Edizioni Avenue Media.

 

7. Sitografia

1. http://www.studioagif.it/index.php?option=com_content&task=view&id=34&Itemid=43

2. http://www.izsvenezie.it/index.php?option=com_content&view=article&id=629&Itemid=508