Progetto di Ricerca del LAR (2023-2025)

Premessa

Gli apoidei, attraverso l’impollinazione delle piante spontanee e coltivate, svolgono un ruolo chiave nel mantenimento della biodiversità vegetale e delle produzioni agricole. Tuttavia, negli ultimi anni, è stato registrato un declino delle api selvatiche, mentre le colonie di api domestiche sono minacciate da numerose avversità, che ne hanno compromesso il benessere, influenzando, di conseguenza, anche le produzioni. Ciò preoccupa non solo gli apicoltori e la comunità scientifica, ma anche l’opinione pubblica e le autorità a vari livelli.

È noto come, a parità di condizioni esterne, l’esito dell’attività apistica dipenda in larga misura dall’abilità dell’apicoltore nel gestire adeguatamente le colonie d’api, per reagire in modo tempestivo, con interventi appropriati, alle diverse situazioni che si vengono a generare nel tempo. In tal senso, l’operato del Laboratorio Apistico Regionale (LAR) può risultare di fondamentale utilità, soprattutto se inteso a fornire agli addetti al settore strumenti utili a qualificare l’attività apistica svolta in Regione.

La costanza, in termini numerici, del patrimonio apistico regionale, nonostante le diffuse perdite di colonie registrate a livello globale, rappresenta una prova tangibile dell’efficacia delle azioni attuate finora dal LAR che, d’altro canto, hanno avuto notevoli ricadute anche sul territorio nel suo complesso e sulla valorizzazione dei prodotti tipici regionali.

 

Presentazione e obiettivi delle attività

Conformemente ai dettami della Legge regionale n. 6 del 18/03/2010, il lavoro del LAR per il triennio 2023-2025 prevederà principalmente attività di ricerca e sviluppo a favore del settore apistico regionale.

In particolare, il LAR:

a) manterrà in funzione un apiario sperimentale, in cui verrà costantemente monitorata la situazione apistica, per individuare con precisione le criticità del sistema e focalizzare l’attenzione sugli aspetti salienti;

b) metterà in atto indagini volte alla tutela dell’ecotipo locale di Apis mellifera;

c) approfondirà le relazioni esistenti fra l’ambiente e l’apicoltura, allo scopo di favorire il benessere e la sopravvivenza delle api e valorizzare le produzioni;

d) svolgerà prove di laboratorio e di campo per verificare l’utilità e l’efficacia di interventi apistici, volti a migliorare la gestione delle colonie d’api e la loro resilienza nei confronti delle avversità.

 

Descrizione particolareggiata delle attività

Di seguito viene presentato in maniera sintetica ognuno dei filoni di attività elencati sopra.

 

a) Apiario di monitoraggio

Durante i tre anni di progetto, presso l’Azienda Agraria “A. Servadei” dell’Università degli Studi di Udine, verrà mantenuto un apiario sperimentale, costituito da un numero di famiglie compreso tra 10 e 20, in cui verrà costantemente monitorata la situazione apistica, con particolare riferimento a: consistenza delle colonie, infestazione da Varroa destructor, infezioni virali e presenza di altri patogeni, importazione nettarifera, produzione di miele. Il monitoraggio prevederà visite settimanali per l’esecuzione di tutte le osservazioni necessarie, che verranno integrate con i dati ottenibili mediante sistemi di controllo automatico. La presenza di tale apiario consentirà, inoltre, di fornire agli operatori del settore indicazioni tempestive ed efficaci sulle più opportune attività da intraprendere nel corso dell’anno.

L’apiario di monitoraggio è in funzione da diversi anni e ha permesso di raccogliere finora dati storici di grande utilità, che possono essere utilizzati per confrontare la situazione attuale con quelle registrate nel decennio precedente e individuare su base fattuale le criticità in corso. Ad esempio, la disponibilità di dati relativi alla produzione media di miele per alveare, in un apiario sito in un contesto relativamente immutato, a cominciare dal 2008, permette ogni anno di confrontare la produzione attuale di miele con quella storica e individuare tempestivamente eventuali cali produttivi legati a particolari condizioni meteorologiche (es. periodi di pioggia prolungati, gelate, ecc.).

 

b) Tutela dell’ecotipo locale di Apis mellifera

L’ape autoctona del Friuli Venezia Giulia è un ibrido naturale fra Apis mellifera ligustica e Apis mellifera carnica.

Numerosi studi hanno dimostrato che le api locali, ovvero quelle maggiormente adattate all’ambiente in cui vivono, tollerano meglio le malattie e sono più produttive. Tuttavia, l’utilizzo di api regine importate può causare l’erosione dell’identità genetica delle api locali, alterandone potenzialmente la vitalità.

Di conseguenza, il LAR provvederà a caratterizzare geneticamente le api della Regione, per confermare l’esistenza di un ibrido locale ed eventualmente avviare un programma di tutela del medesimo, allo scopo di salvaguardare il patrimonio apistico regionale e favorire un’apicoltura sostenibile.

Le attività di campionamento e analisi verranno svolte nei tre anni del progetto.

 

c) Relazione fra ambiente e apicoltura

  • Monitoraggio della qualità ambientale

Nel bottinare nettare e polline dalle piante presenti nei dintorni dell’alveare, le api possono raccogliere anche sostanze inquinanti depositate sulla vegetazione, che possono essere rivelate mediante opportune analisi chimiche delle matrici presenti nell’alveare, fornendo un’idea indiretta del livello di inquinamento di un dato territorio.

Onde verificare le potenzialità di questo metodo in ambito locale, verranno realizzate prove circoscritte in cui saranno raccolti dati sulla qualità dell’ambiente, utilizzando le api per il biomonitoraggio.

  • Qualità del territorio e produzioni

Poiché la sopravvivenza delle api dipende anche dall’adeguata disponibilità di pascolo, saranno approfonditi gli studi sulla flora nettarifera e pollinifera del Friuli Venezia Giulia, anche allo scopo di mettere a disposizione degli apicoltori nuovi strumenti per l’individuazione delle specie vegetali e delle aree maggiormente vocate alle produzioni.

Sarà inoltre valutato come l’importanza della qualità dell’ambiente circostante gli apiari (es. il tipo di agricoltura praticata, la diffusione di elementi antropici, ecc.) possa influenzare lo stato di salute delle api.

 

Tali attività saranno svolte nei tre anni del progetto.

 

d) Prove su utilità ed efficacia di interventi apistici volti a favorire la sopravvivenza delle colonie

Sulla base delle risultanze del monitoraggio di cui al punto a) e delle conoscenze pregresse, verranno attuate indagini volte ad approfondire cause, meccanismi e possibili soluzioni di alcuni dei principali problemi di salute riguardanti le api della Regione. In particolare, verranno indagati i seguenti aspetti.

  • Possibili effetti collaterali di acaricidi comunemente impiegati contro Varroa destructor

La lotta all’acaro parassita V. destructor prevede l’impiego di prodotti di sintesi e naturali. Se da un lato tali acaricidi consentono alle colonie d’api di sopravvivere alle infestazioni di Varroa, dall’altro essi potrebbero causare effetti collaterali diretti e indiretti sugli alveari. Per indagare tali eventuali effetti, saranno condotte delle prove volte a verificare eventuali conseguenze negative per le api, derivanti dall’uso di acaricidi comunemente impiegati per il trattamento degli alveari.

  • Messa a punto di metodi per monitorare l’infestazione di Varroa destructor nelle colonie

La valutazione del livello di infestazione degli alveari consente di individuare tempestivamente situazioni critiche e provvedere alla loro risoluzione mediante un trattamento acaricida adeguato. Tuttavia, stimare in modo attendibile l’infestazione non è cosa semplice.

Fra i vari metodi, l’utilizzo del cassetto diagnostico, che si basa sulla conta degli acari caduti naturalmente sul fondo dell’alveare, risulta uno dei più semplici tra quelli disponibili ed è perciò largamente praticato. Ciò nonostante, il dato che si ricava dall’ispezione dei fondi, potrebbe non restituire un valore di infestazione attendibile, esponendo l’alveare a possibili situazioni di rischio, anche perché gli studi correlativi effettati nel lontano passato necessitano di aggiornamento.

Per raffinare questo metodo di indagine, sarà svolta una prova per determinare in maniera sicura il livello di correlazione fra l’infestazione degli alveari e la caduta naturale così come deducibile attraverso l’ispezione del cassetto diagnostico.

  • Criteri per la selezione massale di api tolleranti a Varroa destructor e produttive

Al fine di limitare le perdite di alveari dovute all’infestazione da Varroa (contenendo parallelamente l’impiego di prodotti acaricidi) e favorire le produzioni di miele, saranno valutati dei criteri per la selezione massale di colonie d’api locali, già adattate all’ambiente (si veda il punto b), che presentano le migliori performance in termini di tolleranza al parassita e produttività.

 

Tali prove sperimentali saranno svolte durante i tre anni del progetto.

 

Risultati attesi

a) Apiario di monitoraggio

Il monitoraggio attraverso l’apiario sperimentale consentirà di evidenziare eventuali criticità, soprattutto in rapporto allo stato di salute degli alveari.

Dell’esito di questo monitoraggio sarà data comunicazione periodica attraverso il sito internet del LAR e mediante un eventuale servizio di Newsletter indirizzato agli interessati tra gli operatori del settore apistico regionale.

 

b) Tutela dell’ecotipo locale di Apis mellifera

Gli studi consentiranno di ottenere dati riguardanti la sottospecie di ape presente sul territorio regionale, al fine di intraprendere azioni a tutela dell’ecotipo locale, volte alla salvaguardia del patrimonio apistico e alla promozione dell’apicoltura.

 

c) Relazione fra ambiente e apicoltura

Le indagini consentiranno di definire la qualità del territorio in termini di salubrità e disponibilità di pascolo, fornendo agli apicoltori indicazioni utili a migliorare il benessere delle colonie, favorirne la sopravvivenza e incrementare qualitativamente e quantitativamente le produzioni.

 

d) Prove su utilità ed efficacia di interventi apistici volti a favorire la sopravvivenza delle colonie

Da questi studi scaturiranno indicazioni e protocolli utili a contenere le perdite di alveari e, al contempo, a facilitare la gestione delle colonie, migliorando la qualità delle pratiche apistiche adottate.

 

I risultati ottenuti da questo progetto triennale saranno resi disponibili attraverso il sito internet del LAR e diffusi mediante ogni mezzo utile a raggiungere gli operatori del settore e tutti coloro anche indirettamente interessati a questa attività.

 

Nota sulle spese necessarie allo svolgimento delle attività di cui al presente documento

L’esecuzione delle attività sopra elencate richiederà un consistente impegno di personale, quantificato nell’allegato preventivo di spesa, oltre che l’acquisto di attrezzature adeguate, materiali di consumo e forniture direttamente imputabili al progetto.

In particolare, per lo svolgimento delle attività di cui al presente progetto, il LAR si avvarrà di competenze presenti presso il Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animale; se necessario, ulteriori forze verranno reclutate attraverso le modalità previste dalla legge.

La Direzione scientifica del Laboratorio Apistico Regionale, per il triennio in questione, è stata affidata al prof. Desiderato Annoscia.